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Cronaca mercoledì 13 gennaio 2016 ore 15:51

Ladri di affettatrici finiscono in manette

Zio e nipote stavano partendo per il Marocco con la refurtiva, in compagnia di un terzo. Fra le attività colpite c'è anche uno stabilimento balneare



BIBBONA — Nella notte tra l’8 ed il 9 gennaio il personale del Commissariato di Polizia di Cecina ha effettuato una perquisizione personale e domiciliare in un’abitazione sita nel Comune di Bibbona, dove sono stati rintracciati tre cittadini marocchini tra i 25 ed i 35 anni, che si sono resi responsabili, tra il 2014 e il 2016, di reati contro il patrimonio.

Zio e nipote erano in procinto di partire con una nave per il Marocco con la loro vettura, sulla quale, all’arrivo del personale del Commissariato, avevano già caricato parte dei bagagli. Durante le fasi dell’identificazione, l’attenzione degli agenti si è diretta alle numerose masserizie che avrebbero dovuto caricare sulla vettura, tutte imballate e trattenute anche all’interno dell’abitazione, nella camera da letto di uno dei tre cittadini marocchini.

Un colpo d’occhio degli operanti ha permesso di appurare che tra queste c'erano, oltre a numerosi attrezzi da cantiere, anche insoliti articoli, quali affettatrici, piastre per panini da bar, friggitrici di grosse dimensioni e macchine da caffè, evidentemente per uso destinato per esercizi commerciali.

I tre cittadini si sono giustificati spiegando che gli oggetti erano regali di precedenti datori di lavoro e di amici, ma una volta eseguiti gli accertamenti è risultato che larga parte dei beni rinvenuti erano provento di furto. In particolare, è stato possibile verificare che tali beni erano stati asportati in parte il primo gennaio del 2016 dallo stabilimento balneare sito in Marina di Bibbona e denominato “Bagno il Delfino blu” e il resto da cantieri edili, annessi agricoli e rimesse di privati cittadini, tutti siti nel territorio del Comune di Bibbona.

Due dei cittadini marocchini identificati, regolari circa le normative sull’immigrazione, ma in procinto di lasciare il territorio dello Stato con la merce rubata, diretti in Marocco, sono stati fermati e successivamente indagati in stato di libertà in concorso con il terzo connazionale, il più giovane e fratello di uno dei due, per il reato di ricettazione. Dei tre indagati, solo uno risultava già gravato da precedenti di polizia, per i quali aveva da poco terminato un periodo di messa in prova presso i servizi sociali.

La refurtiva sarà restituita quanto prima agli aventi diritto già identificati, nonché alle ulteriori parti offese in fase di identificazione proprio in questi giorni. Tra questi c'è anche un ex datore di lavoro di uno degli indagati. Sono in corso accertamenti volti alla individuazione di eventuali ulteriori complici o sodali. 

Le indagini sono dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno


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