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Cronaca mercoledì 28 settembre 2016 ore 18:00

Violenza e indifferenza alla fermata del bus

Il racconto di una testimone che ha assistito alla lite tra un ragazzo e una ragazza ed è intervenuta nell'immobilità generale



CECINA — Donne, rivolgetevi ai centri d'aiuto contro la violenza”. L'appello è arrivato da una donna che ha assistito ed è intervenuta durante un litigio tra un ragazzo e una ragazza di circa 25 anni avvenuto all'ora di pranzo nel centro cittadino.

Spintoni, offese, lacrime di fronte a diverse persone, tutte rimaste a guardare la scena violenta in silenzio eccetto una, quella che è intervenuta in difesa della ragazza e che ha deciso di raccontare questa storia ma che preferisce rimanere anonima.

L'episodio, come si diceva, è avvenuto all'ora di pranzo in pieno centro cittadino, nelle vicinanze di una fermata del pullman: “Ho visto questa ragazza – ha raccontato la testimone - l'ho notata perché si guardava intorno impaurita, scossa e con gli occhi pieni di lacrime. Stava scappando probabilmente da una situazione di disagio. E' arrivato un ragazzo e gli si è scaraventato verbalmente e fisicamente addosso, la dominava le andava sul viso dicendole 'fai schifo, mi fai schifo, sei una donna di merda'”.

“La ragazza chiedeva di essere lasciata in pace – ha ripreso la testimone - ha detto anche di essere stata presa a calci”. Dopo aver sentito queste parole la testimone ha deciso di intervenire: “Mi sono gettata in mezzo a loro due, ho cercato subito di far sentire alla ragazza la mia presenza come a dirgli 'non sei da sola'”. Dopo il gesto coraggioso la donna si è guardata intorno: “Cercavo un poliziotto, un carabiniere o un vigile urbano, non c'era nessuna autorità e i presenti guardavano senza intervenire. Mi sono rivolta al ragazzo dicendogli che qualsiasi cosa abbia fatto la ragazza nessuno merita di essere trattato così. Lui ha detto che dovevo andarmene ma sono rimasta lì e alla fine si è allontanato lui”.

“Le persone intorno forse non sono intervenute per paura – ha ipotizzato la testimone - guardavano e commentavano e una donna ha detto una frase secondo me molto sbagliata ma che spiega l'arretratezza sulla questione 'queste cose fatele in casa, non si fanno le piazzate pubbliche'. Mi sono resa conto dell'importanza di un'educazione civile. Se queste cose avvengono in casa è peggio perché non si vedono e non si sanno”.

Passata la concitazione del momento la testimone si è rivolta alla ragazza dicendole di farsi aiutare e di chiedere aiuto: “Mi è sembrata una storia dolorosa e che va avanti da tempo. Servono sportelli per le donne, centri antiviolenza, centri d'ascolto con psicologi, avvocati, medici. Questa ragazza impaurita e stressata mi ha fatto riflettere su quanto bisogno ci sia di questi centri. Anche se c'erano molte persone che potevano aiutarla tutte sono state ferme, con il culmine di quella donna che ha detto fatele in casa queste scenate'”. La donna è rimasta insieme alla ragazza fino a che non è arrivato il pullman sul quale la giovane è salita, per tornare a casa.

Il sindaco di Cecina Samuele Lippi, informato della questione, ha fatto sapere che la ragazza o qualunque donna si trovi in difficoltà o subisca violenze può rivolgersi al servizio Comune amico al numero 118 113 115. Un'altra possibilità è quella di rivolgersi al pronto soccorso dell'ospedale, alla commissione pari opportunità del vicino Comune di Rosignano, alle forze dell'ordine o ancora all'associazione Amiche di Mafalda contro la violenza sulle donne al numero 3894689206.

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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