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Cultura martedì 01 marzo 2016 ore 13:30

I Ritmi di Matteo volano per l'Europa

Matteo D'ignazi

Il giovane batterista ponsacchino ha aperto la sua scuola un anno fa e ora il suo nome viaggia dall'Italia all'estero. Ecco come ci è arrivato



MONTESCUDAIO — Anche la musica può essere un'impresa. Non solo artistica e personale, ma collettiva ed economica. Per Matteo D’ignazi, batterista dall’età di tredici anni, questo sfida si è concretizzata con l’apertura di una scuola della quale è oggi direttore: la scuola di musica Ritmi di Poggio Gagliardo, a Montescudiaio, inaugurata un anno fa.

Matteo cerca di insegnare ai propri allievi che il segreto sta nell’esercizio continuo, nella condivisione della propria esperienza e soprattutto nell’apertura a generi diversi. A suo favore, nonostante la giovane età (classe 1986) ci sono numerosi viaggi in Italia e all'estero, che ancora oggi proseguono, senza minare la sua attività d'insegnante e direttore, ma che anzi, contribuiscono a portare in giro il nome della sua scuola e di Montescudiaio, il paese dove ha deciso di aprirla.

"Mi sono avvicinato alla musica per puro interesse personale - racconta Matteo. - A un tratto ho cominciato a sentirmi attratto dalla batteria: se alla Tv c’era un concerto, io mi concentravo sul batterista. Credo ci sia una componente genetica in questa mia passione, perché anche mio padre da ragazzo è stato batterista. Ma questo l’ho scoperto solo in un secondo momento".

Negli anni Matteo, originario di Ponsacco, Comune della Valdera, si è confrontato con molti nomi di spicco: "Ho seguito lezioni con De Lazzeretti - racconta - Christian Meyer, Greg Bissonette, Pete Lockett e altri ancora". Tutti incontri che l'hanno spinto ad approfondire la sua passione: "Ho studiato per un anno alla Tech Music di Londra, dove ho conosciuto musicisti coi quali intrattengo ancora rapporti di collaborazione, un’esperienza importantissima che mi ha spianato la strada per altre avventure. Con il gruppo inglese Capelle, ad esempio, ho svolto un tour di 43 date negli States, da Los Angeles a New York, attraverso 26 stati".

Quella della scuola era un’idea che aveva in testa da un po’, Matteo. Un giorno è passato il “treno” e ha deciso di salirci sopra. "La struttura era la sede di un’associazione per la quale collaboravo come insegnante - racconta il batterista. - Quando se ne è andata ho preso in gestione lo spazio per trasformarlo nella mia scuola". Non è stato facile: "Il primo grande ostacolo da superare è la burocrazia, in Italia davvero allucinante".

L’altra sfida è stata lanciare l’attività sul territorio, renderla nota e appetibile: "Alle spalle avevo quattro anni di lezioni private a Cecina, questo mi ha agevolato, ma ritagliarsi un nome è comunque un momento delicato e non si conclude con l’inaugurazione: quello semmai è l’inizio".

Ma cosa si studia, di preciso, alla scuola Ritmi? "Abbiamo corsi per ogni strumento: da quelli elettrici, per musica moderna, al canto, passando attraverso la vasta gamma di strumenti classici come il violino, il trombone, il sassofono, il pianoforte". Risponde Matteo, che si è dovuto improvvisare anche selettore del personale: "Per scegliere gli insegnati mi sono basato su conoscenze personali e di fiducia o facendomi consigliare da musicisti di conclamata esperienza. Ad oggi siamo in dieci. Tutti giovani fra i venticinque e i trent’anni. Abbiamo settanta studenti circa, facciamo anche corsi di propedeutica musicale per bambini, abbiamo una sala prove e uno studio di registrazione".

Matteo D'ignazi fa parte anche della New Toscany Orchestra e di alcuni gruppi musicali. Il 4 marzo al The Cage Theatre di Livorno presenterà il suo nuovo disco con i Mr Bison. Per il 10 aprile, nella sua scuola, ha organizzato una mastercalss con il batterista sudamericano Phil Maturano, in arrivo da New York.

Filippo Bernardeschi
© Riproduzione riservata


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