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Attualità venerdì 01 settembre 2017 ore 13:00

Ammoniaca in mare, è bufera politica

Le spiagge bianche di Rosignano Solvay (foto di Piero Frassi)

Dopo la moria di pesci e i rilievi di Arpat di fronte alla Solvay si chiedono chiarezza e maggiori tutele. Dal M5s l'invito al sindaco a dimettersi



ROSIGNANO M.MO — Sebbene non si stato ancora appurato il nesso diretto fra la moria di pesci e lo sversamento in mare dell'ammoniaca, entrambi verificati da Arpat martedì alle spiagge bianche, la concomitanza dei due eventi dà da pensare.

Angelo Ferrara, di Legambiente Costa Etrusca, ricorda come soltanto il 24 agosto il direttore della Solvay, il sindaco Alessandro Franchi e l'assessore all'ambiente Daniele Donati, intervistati a La vita in diretta su Rai1, avessero minimizzato su eventuali problemi di inquinamento. 

"Noi di Legambiente - ha quindi scritto Ferrara - eravamo preoccupati, lo siamo ancor di più oggi e ci poniamo delle domande. Primo se, come da varie fonti risulta, sono stati i cittadini ad avvisare il Comune e poi il Comune Arpat: non sarebbe stato logico e corretto che fossero i responsabili dell’industria a dare una tempestiva comunicazione di avvenuta anomalia, sia al Comune che direttamente ad Arpat?".

"Secondo - prosegue Ferrara -, se questo è stato un incidente e non una normale manutenzione dovrà essere appurato, l’orario esatto in cui ciò è accaduto dovrebbe essere di fondamentale importanza. Se l’avvenimento si fosse verificato alle prime ore del 29, come riportato dalla stampa, invece i prelievi sono stati effettuati alle ore 21, come riportato da Arpat, in tutto questo lasso di tempo, quanto sarà stata la diluizione in mare dell’ammoniaca? Terzo, se le vasche di contenimento sono state correttamente utilizzate, come riportato sempre da Arpat, perché non sono bastate a contenere il liquido fuoriuscito ed impedire che venisse riversato in mare?".

Ultima perplessità da Legambiente: "Quarto, rimaniamo del parere che le misure adottate per informare la popolazione che utilizza le Spiagge Bianche dei rischi che corrono, per la loro salute non sono sufficienti: cosa sarebbe successo se quel che è avvenuto lo fosse stato in orari diversi?".

Niccolò Gerarducci, consigliere comunale di Sinistra unita, ha invece chiesto la convocazione urgente della quinta commissione sulla questione dell’incidente relativo allo sversamento di ammoniaca. "Sarebbe auspicabile - ha commentato - la presenza dei tecnici di Arpat e di rappresentanti della società Solvay".

Dure critiche al sindaco e all'amministrazione comunale arrivano poi dai Cinquestelle. "La realtà - hanno scritto - ha clamorosamente smentito chiunque affermi che a riguardo della Solvay si possa contare su un sistema di autocontrollo e di intervento in caso di emergenza, per cui la fuoriuscita di ammoniaca sarebbe dovuta essere contenuta nelle vasche per poi essere filtrata senza finire negli scarichi. Il sistema di contenimento sembra non aver funzionato, e la logica domanda che si pongono i cittadini con preoccupazione è se sia un caso isolato o se possa essere accaduto altre volte. I campionamenti Arpat sono ancora in corso, se dimostreranno la presenza di ammoniaca nei pesci di taglia maggiore la risposta sarà evidente. L'ammoniaca è finita in mare (ampia moria di pesci) e non possono essere tralasciati gli aspetti riguardanti i pericoli per la balneazione".

"E' ancora nell'aria - proseguono dal M5s - la rassicurante dichiarazione del Direttore Generale di Solvay Italia per cui la Solvay non inquina ma ha solo un impatto visivo, con il Vice Sindaco e Assessore all'Ambiente Donati a fargli da spalla e il Sindaco Franchi da megafono. La risposta assurda alle prime analisi di Arpat che confermano presenza di ammoniaca nei pesci campionati, fornita dal vicesindaco e assessore all'ambiente Donatii, cioè l'ipotesi di allargare la fascia di rispetto intorno allo scarico Solvay, ha del ridicolo e purtroppo anche risvolti di assoluta gravità. Mostra infatti l'assenza di qualunque riflessione sacrosanta sulla necessità di impedire che tali episodi si verifichino, sull'opportunità di far cessare il rilascio di inquinanti in mare, in passato già avvenuti e sanzionati dal Tribunale di Livorno, con una condanna ad investire 7 milioni di auro in bonifiche (delle quali pare impossibile saperne gli esiti certi). A Donati poniamo un ultimatum: faccia l'assessore all'ambiente nell'interesse dell'ambiente e non dell'Industria, perchè ai cittadini non sfugge di certo il tentativo di minimizzare l'accaduto".

"Chiediamo al sindaco di fornire alla cittadinanza i risultati delle analisi Arpat - concludono i grillini -, rendendoli pubblici su più canali e facendoli pubblicare sui quotidiani, di farsi garante della situazione, magari ricorrendo ad analisi dello stato degli scarichi in mare fatte dal Cnr, perchè se non è capace di garantire quanto avviene presso lo scarico della Solvay può anche dimettersi, come possono i cittadini riconoscerlo come tale?".

"Medicina democratica - ha invece scritto il responsabile Maurizio Marchi -, con la collaborazione della consigliera regionale Monica Pecori, sta preparando una interrogazione urgente in cui chiederà la modifica dell’Autorizzazione ambientale rilasciata a Solvay dal Ministero".


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