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Attualità martedì 21 aprile 2020 ore 11:19

Covid, Libera scrive ai sindaci

"Partecipazione sostegno" da parte dell'associazione, ma anche un grido d'allarme per evitare pericolose infiltrazioni nella crisi che arriverà



CASTAGNETO CARDUCCI — Il Presidio di Libera "Rossella Casini" di San Vincenzo/Castagneto Carducci ha inviato ieri una lettera ai Sindaci dei due Comuni, Massimo Bandini e Sandra Scarpellini, per esprimere loro "la partecipazione e il sostegno della nostra Associazione all'impegno profuso dalla vostra Amministrazione Comunale davanti alla crisi scatenata dalla pandemia da coronavirus."

Al tempo stesso Libera ricorda l'importanza di rafforzare un'azione costante e diffusa, delle Istituzioni e della rete associativa, di sostegno nei confronti delle condizioni di grave disagio nel quale si stanno trovando sempre più cittadini, lavoratori e imprese: perdita dei posti di lavoro, rischio di chiusura di tante imprese, isolamento.

Mentre in agricoltura si fatica a trovare manodopera...

Davanti ad una situazione che si protrarrà e, purtroppo aggraverà, nei prossimi mesi l'Associazione lancia un grido d'allarme "Problemi e contraddizioni drammatici nei quali si stanno insinuando e trovando nuovo vigore mafie, usura e corruzione, pronti ad approfittare delle difficoltà altrui e dell'enorme massa di denaro pubblico che si sta attivando."

A questo proposito Libera sottolinea che questi soggetti "si presentano come "prestatori" di aiuti, magari "veloci e immediati", a fronte della "lentezza" delle Istituzioni, che devono rispondere a criteri di equità e trasparenza."

A proposito di vicende locali, nella lettera si ricorda che "proprio un anno fa,in molti Comuni di questa Provincia sono stati confiscati beni per oltre 4 milioni di euro ad una famiglia di Donoratico, sulla base di una "misura di prevenzione patrimoniale", il cui capofamiglia è stato successivamente condannato, dal Tribunale di Livorno in primo grado, a 12 anni per usura aggravata. Una situazione criminale che si è generata negli anni precedenti e che, nonostante condizioni economiche ben diverse da quelle attuali, ha trovato un terreno fragile dove attecchire e prosperare.

Ci auguriamo che non venga abbassata la guardia rispetto a questa situazione."

Alla luce di questa realtà Libera si chiede "le tante attività economiche ed i cittadini dei nostri territori, colpiti dalla crisi, come si muoveranno per uscirne?"

La risposta è nella denuncia di "una vera e propria "politica economica" delle mafie, prestatori e investitori di denaro a condizioni "favorevoli" per poi acquisire imprese e attività, e di uno "stato sociale"che, sì, assiste, ma sempre in cambio di qualcosa. Usura a tasso basso per il consenso sociale."

Al tempo stesso nella missiva si ricorda "come mafie, usura e corruzione hanno sempre approfittato nel nostro Paese delle emergenze naturali (terremoti) ed ambientali (rifiuti): "la velocità di intervento è fattore centrale, l'allentamento dei controlli sui flussi finanziari e sui beneficiari (e sugli eventuali prestanome), sulle regole degli appalti pubblici, una "semplificazione" e un accentramento delle decisioni, sono stati, purtroppo, ghiotte occasioni di corruzione e infiltrazioni mafiose."

Al termine di questa lettera Il Presidio locale di Libera propone ai Sindaci un questo pensiero del Presidente dell'Associazione, don Luigi Ciotti, "Lotta alla mafia vuol dire lavoro, casa, famiglia, educazione, cultura... Lotta alla mafia vuol dire servizi, inclusione sociale. Le politiche sociali devono essere intese da tutti come un investimento, non come un costo. Possono essere, e lo sono state quando si è voluto, un volano per uno sviluppo ecologico e sostenibile...Le politiche sociali non sono un costo."


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