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Attualità lunedì 16 dicembre 2019 ore 15:54

Nasce l’Associazione degli esperti dell’inclusione

Intervista ad Alessandra Aliboni, socia fondatrice di “Progett-Abile” la neonata associazione che si occupa di disabilità ed inclusione.



CECINA — Lo scorso 3 dicembre, nella Giornata internazionale delle persone con disabilità, è nata una nuova associazione di promozione sociale, che si pone l’obiettivo di migliorare l’esperienza dei cittadini disabili che vivono nel territorio cecinese. Tramite la formazione di una rete di professionisti l’Associazione vuole favorire l’inclusività e l’accesso libero a tutti i servizi di comunità, in tutti gli aspetti del quotidiano.

Intervistiamo Alessandra Albioni, socia fondatrice di “Progett-Abile”, che ci racconterà qualcosa di più sull’Associazione.

Chi è Alessandra Aliboni?

Alessandra Aliboni, principalmente, è la mamma di Anna: una splendida bambina di quasi undici anni, con una disabilità neuromotoria. È questa la cosa più importante, ed è quello che mi ha spinto a mettere assieme tante professionalità per far sì che bambini, adolescenti e le loro famiglie, possano avere nel quotidiano un contesto il più inclusivo possibile.

Chi sono gli esperti di Progett-Abile?

Sono molti i professionisti che hanno aderito all’Associazione: Serena Suarez Lugo, esperta in terapia della riabilitazione secondo il metodo Feldenkrais, Silvia Giannini, psicoterapeuta, Francesca Pergola, educatrice professionale, Francesco Filippeschi, fisioterapista, Roberta Di Pasquale, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, Marcella Spigliati, nonna tuttofare amante del bricolage e Paolo Filippeschi, ragioniere e informatico (e marito di Alessandra).

Qual è il “motore” della vostra Associazione?

Ciò che la caratterizza è la volontà comune di costruire una rete di servizi che possano andare incontro alle esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie uscendo dalle solite idee, dai soliti confini, andando a toccare situazioni che vanno dalla massima necessità di assistenza alla necessità di supporto minimo ma mirato.

Cosa farete in concreto per i ragazzi?

Ci proponiamo di creare spazi ed occasioni per i ragazzi disabili di praticare sport e attività ludiche assieme ai coetanei nel tessuto della società, progetti che lavorino sulle autonomie di vita dei ragazzi disabili, in un passaggio importantissimo di applicazione pratica delle competenze acquisite durante le terapie e che oggi viene svolto quasi esclusivamente dalle famiglie.

Come intendete interagire con i servizi territoriali?

L’obiettivo è quello di formare le strutture ricettive, le pro loco, gli studi medici e ospedali, i negozi e le imprese commerciali, le associazioni culturali sul territorio in modo che gli eventi, le procedure e gli spazi siano pensati a monte come inclusivi, per tutti, per i ragazzi disabili e le loro famiglie.

Avete progetti anche per le scuole?

Vogliamo portare nelle scuole un cambiamento culturale di atteggiamento nei confronti della disabilità, sia da parte degli adulti che dei ragazzi, e dare ai docenti strumenti pratici di uso. immediato come il peer tutoring, la didattica differenziata e l’approccio comportamentale per affrontare le sfide della neurodiversità, con ricadute positive sulla vita di tutti quelli attorno.

Cos’è in definitiva Progett-Abile?

Bisogna superare l’ottica assistenzialista e abilista della disabilità, perché le persone disabili e le loro famiglie possano chiedere con dignità il rispetto delle loro esigenze e dei loro diritti, senza mai sentirsi cittadini di serie B. Vogliamo uscire da una dimensione in cui chiedere quello di cui abbiamo bisogno significa spesso dover fare appelli ai sentimenti e ai sentimentalismi, invece che alla razionale e innegabile concretezza dei nostri diritti di persone e cittadini come tutti. Questa è Progett-Abile.

DC

Davide Cappannari
© Riproduzione riservata


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