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Attualità sabato 09 maggio 2015 ore 04:50

Smith eccellenza del territorio: non deve chiudere

Grande partecipazione al consiglio comunale aperto sulla vertenza dello stabilimento di Saline: un coro unanime contro il colosso Schlumberger



VOLTERRA — "Stasera abbiamo scritto una piccola parte di storia". Lo ha chiuso così il sindaco di Volterra Marco Buselli il consiglio comunale aperto che si è svolto ieri sera, 8 maggio, al teatro Persio Flacco gremito. E' storia perchè accanto al primo cittadino della città etrusca ci sono un assessore regionale, Gianfranco Simoncini, e altri 13 sindaci di cui uno, Marco Filippeschi, è il presidente della Provincia di Pisa. C'è tutta la Val di Cecina e anche oltrePomarance, Montecatini Valdicecina, Monteverdi Marittimo, Castelnuovo Valdicecina, Riparbella, Castellina Marittima, Montescudaio, Guardistallo, Casale Marittimo, Cecina e anche Lajatico, Pisa e Casole d'Elsa. Al tavolo, sul palcoscenico, anche i sindacati e le rsu dello stabilimento.
Sono tutti lì a fianco di quei 193 lavoratori della Smith Bits di Saline di Volterra che la multinazionale Schlumberger lo scorso 27 aprile ha annunciato di voler chiudere. E in sala ci sono molti consiglieri comunali di maggioranza e opposizione dei vari Comuni, il Vescovo Alberto Silvani, i candidati alle regionali di vari partiti, i cittadini, i lavoratori con le loro famiglie. Una platea di circa 500 persone che ascolta attenta i vari interventi. 
Un coro unanime che ritiene inaccettabile la chiusura, senza se e senza ma, proposta dall'azienda che rappresenterebbe un dramma economico e sociale insostenibile per l'intera Valle: "la Smith è del territorio, è un'eccellenza, non c'è ragione di chiuderla, faremo di tutto per difenderla". Quello che da più parti viene ribadito come inaccettabile è l'assoggettamento alle logiche della borsa e del mercato internazionale di uno dei diritti fondamentali: il lavoro
Durante gli interventi si ripercorrono le tappe degli ultimi giorni: le manifestazioni, la grande solidarietà, l'incontro con l'amministratore delegato Giuseppe Muzzi, il vertice in Regione, il trasferimento di un ufficio della presidenza regionale a Volterra che seguirà la vertenza, i contatti a vari livelli con il governo. Si è anche ricordato come da quegli stessi lavoratori che ora rischiano di andare a casa sono stati creati gli scalpelli per liberare i famosi minatori del Cile intrappolati sottoterra nel 2010.
"Non vi lasceremo soli" ha detto Buselli ai lavoratori; le istituzioni sono in gioco, soprattutto per cercare un coinvolgimento a livello nazionale. L'assessore Simoncini ha ricordato che martedì 12 il governatore Enrico Rossi andrà a Roma dal Ministro Federica Guidi per parlare della vicenda Smith. L'azienda, probabilmente la prossima settimana, incontrerà la Regione e le rappresentanze sindacali: i prossimi saranno altri giorni decisivi, ma la strada è ancora lunga. "Lo scorso anno abbiamo firmato con la Smith un protocollo d'intesa che parlava di investimenti - ha detto l'assessore regionale - c'è qualcosa che non torna e chiederemo all'azienda di ritirare la lettera di mobilità e di darci il tempo per trovare una soluzione. Poi, se se ne vogliono andare, facciano pure, ma ci diano il tempo per trovare acquirenti: Rossi si è mosso con Eni, Enel e General Electric come possibili alternative, ma per fare questo serve tempo".
A "Saline c'è la Ferrari dello scalpello" ha spiegato Marcello Franchi segretario provinciale Fiom Cgil: "non ci possiamo permettere di perdere tra 250mila e 300mila euro al mese per il territorio della Valdicecina". Oltre ai 193 dipendenti di Smith, se si calcola anche l'indotto, i posti a rischio sono almeno 250. E Franchi ha ribadito che "nell'azienda fino a dicembre si facevano straordinari e non c'è ragione di chiuderla".
Claudio Garzotto, segretario provinciale Fim Cisl si inchina davanti ai lavoratori della Smith: "voi della val di cecina avete riportato la dignità del lavoro". Ma l'intervento che fa scrosciare più applausi è quello di Andrea Pagni, storico membro della Rsu della Smith Bits per il quale si alzano tutti in piedi. "Le motivazioni addotte da Muzzi per chiudere l'azienda - ha spiegato - sono la crisi del petrolio e l'inutilità dello scalpello a tre coni che facciamo a Saline, ma sono deboli e infondate". "Questa chiusura era stata premeditata e martedì a Pisa abbiamo trovato un Muzzi determinato, ma noi lotteremo un minuto in più di lui - ha aggiunto - E se facciamo così schifo a questo amministratore delegato, che ci metta in vendita! Siamo pronti, faremo valere la nostra professionalità e il nostro orgoglio". E i lavoratori, se le cose non dovessero cambiare, non escludono la possibilità di bloccare lo stabilimento anche con azioni dure.

Alessandra Siotto
© Riproduzione riservata


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